Il sostegno alla genitorialità adottiva

La genitorialità adottiva è una genitorialità che ha una sua specificità. L’adozione è un viaggio che comincia con una perdita (D’Amato, 2010): per i bambini quella della famiglia d’origine e per i genitori adottivi – molto spesso – quella di un bambino proprio.

Nel lavoro curato da A. Simonelli, la genitorialità adottiva è definita come:

“fondata sulla trasmissione di un legame affettivo che si costruisce cimentandosi giorno dopo giorno nell’accettazione di un bambino nato da altri come figlio proprio, senza cadere nella tentazione di cancellare la sua storia, ma riconoscendosi come appartenenti alla comune storia familiare nella consapevolezza della diversità delle origini. ”

In Italia l’adozione è disciplinata dalla L.184/83 (come modificata dalla legge 149/2001).

Le coppie che decidono di diventare genitori adottivi, con riferimento al quadro normativo, devono risultare idonei ad educare ed a istruire e in grado di mantenere i minori che intendono adottare.

Per poter valutare la presenza di questi requisiti il tribunale per i minorenni incaricherà i servizi socio-assistenziali territorialmente competenti, in collaborazione con i servizi delle aziende sanitarie locali, a fornire una valutazione psico-sociale o “studio di coppia”.

Inizia così per la coppia, un percorso psicologico che sarà di aiuto per confrontarsi con i temi legati alla propria generatività, alla propria storia personale e di coppia e a prepararsi all’attesa.

Sia per i genitori adottivi che per il bambino adottato, ciclicamente, i temi legati alla perdita e alla propria storia saranno oggetto di rivisitazione e di ulteriori rielaborazioni.

Ne consegue che il termine dell’iter adottivo non può rappresentare la fine del momento più difficile per la coppia e per il bambino.

In concomitanza alle tappe evolutive, le scelte di vita o agli eventi inaspettati, genitori e bambini sentiranno utile riprendere ancora alcuni temi della propria storia per poter affrontare il cambiamento che la nuova situazione comporta.

A partire dall’entrata del bambino nel nucleo famigliare adottivo e in diversi momenti del ciclo evolutivo della famiglia e degli individui che la compongono, potrebbero presentarsi altre difficoltà e problematiche capaci di destabilizzare il sistema e di mettere alla prova le risorse personali e relazionali dei genitori adottivi.

Numerosi studi confermano che per la famiglia adottiva sia utile e a volte necessario, un accompagnamento che si protragga oltre il periodo immediatamente successivo all’arrivo del bambino, poiché questa azione rappresenterebbe un elemento protettivo per l’intero nucleo familiare.

Interventi di sostegno

  • Partecipare al percorso e alla cultura dell’adozione attraverso la predisposizione di percorsi di accompagnamento per la coppia genitoriale, per la persona adottata o per la nuova famiglia.
    L’intervento è importante sia strutturata in sinergia con i servizi del territorio, gli enti accreditati nel percorso adottivo internazionale che sono presenti nei diversi percorsi adottivi e accompagnano la coppia sostenendola nei diversi passaggi.
  • Focalizzare l’attenzione sul tema dell’adattamento familiare e sulla qualità delle relazioni familiari, prestando maggiore attenzione ai bisogni dei genitori adottivi (stile relazionale, coniugale, di parenting e gestione dello stress) nelle diverse fasi del processo di adozione.
    Per i genitori adottivi che sono soggetti ad un forte stress dovuto proprio alle caratteristiche del percorso adottivo promuovere la resilienza è fondamentale. Disporre di risorse per fronteggiare gli eventi stressanti rappresenta un fattore di protezione per la coppia adottiva, per i partner della coppia e per la qualità del legame di attaccamento con il bambino.
  • Sostenere il tempo dell’attesa.
    Un momento particolarmente faticoso per le coppie che scelgono l’adozione internazionale è la fase che segue l’idoneità rilasciata dal tribunale dei minorenni. Da una analisi che risale al 2018 emerge che questo tempo è diventato piuttosto lungo, può variare da un minimo di due anni ad un massimo di 5 anni in base al paese di provenienza del bambino.
    È sicuramente una attesa lunga che può mettere in difficoltà le persone alimentando preoccupazioni, paure e in questo tempo possono accadere molte cose nella vita delle persone che richiedono una ulteriore capacità di adattamento. È importante costruire il pensiero attivo per affrontare questa attesa invece che pensarsi in un limbo, sospesi fermi in attesa che accada ciò che stiamo desiderando. Questa attesa può diventare un momento per proseguire la propria crescita personale e di coppia preparandosi al passaggio alla genitorialità.
  • Sostegno e supporto del ruolo della famiglia allargata.
    E’ utile pensarsi come coppia che fa parte di una piccola comunità unita da legami affettivi, da una storia comune. In questa comunità entrerà o è già entrato un bambino che ha la propria storia e che proseguirà la storia di questa famiglia. Si creeranno intrecci narrativi che si legheranno al tema dell’identità degli individui e delle famiglie.
    Un breve percorso di accompagnamento su questi temi aperto alle famiglie allargate – i nonni gli zii e le zie – può diventare un momento di crescita e di maggiore consapevolezza per una famiglia e favorire la costruzione del senso di appartenenza.

Riferimenti bibliografici e web

Commissione per le Adozioni Internazionali
http://www.commissioneadozioni.it/

Istituto degli Innocenti
https://www.istitutodeglinnocenti.it/

“Curare l’Adozione. Modelli di sostegno e presa in carico della crisi adottiva”
a cura di Francesco Vadilonga

“La funzione genitoriale. Sviluppo e psicopatologia”
a cura di Alessandra Simonelli