Particolari situazioni familiari ed eventi di vita stressanti possono compromettere la capacità del bambino e dell’adolescente di adattarsi ai propri contesti di vita e di rispondere adeguatamente alle richieste che vengono poste dall’ambiente sociale.
Le conseguenze psicologiche potrebbero manifestarsi in modi diversi coinvolgendo aspetti emotivi, cognitivi e comportamentali.
Gli interventi per l’infanzia e l’adolescenza si focalizzano sulle seguenti situazioni cliniche:
- disturbi di ansia
- paure eccessive
- difficoltà nella relazione genitori – figli
- problematiche legate al mondo scolastico
- bullismo e cyberbullismo
- lutto
- reazioni a eventi traumatici e stressanti
Il percorso psicoterapeutico sostiene un processo di comprensione del problema o della manifestazione della sofferenza psichica attraverso il sintomo, contribuendo a stabilire dei collegamenti con la storia della famiglia, il momento evolutivo del bambino o del ragazzo e quanto sta accadendo nei contesti sociali di appartenenza.
Fasi del processo terapeutico
La fase iniziale del lavoro clinico è dedicata a raccogliere una serie di informazioni utili a comprendere il funzionamento psicologico del giovane paziente e la qualità delle relazioni significative all’interno dei diversi contesti di vita.
La scelta degli strumenti che saranno impiegati nel percorso terapeutico è funzionale all’emersione graduale di un quadro che metta in relazione significativa il funzionamento psichico del bambino o dell’adolescente con la sua famiglia e con gli altri contesti relazionali. Contemporaneamente, l’intervento ha lo scopo di sostenere la costruzione di una relazione terapeutica fondata sulla fiducia e la sicurezza.
Gli strumenti clinici che rivestono un ruolo molto importante nel lavoro clinico con i pazienti giovanissimi, sono il gioco e l’attività grafica perché offrono al bambino la possibilità di raccontare la propria esperienza affettiva in maniera immediata, non vincolata alla comunicazione verbale e offrono un piano più congeniale all’esperienza infantile per lavorare sulle aree di sofferenza.
In questa fase si pongono le basi per poter successivamente definire un piano di trattamento che includa strategie di intervento e obiettivi terapeutici.
Il ruolo dei genitori nel percorso
- Prima di incontrare il giovane paziente è importante l’incontro con i genitori/e o gli adulti/o che hanno funzione di tutela sul minore.
Questa fase coincide con la consulenza genitoriale ed è utile a raccogliere le informazioni sulle motivazioni che hanno portato la coppia genitoriale o i caregivers a chiedere l’intervento di un professionista. Il primo passo della consulenza può svilupparsi in un certo numero di incontri (solitamente un massimo di 5 sedute) e permette di analizzare approfonditamente una serie di aree legate alla storia evolutiva del giovane paziente e alla storia della famiglia, accompagnando i genitori nella ricerca di strategie rassicuranti che coinvolgano il bambino o l’adolescente nel percorso clinico .L’inizio di questo percorso contribuisce alla concettualizzazione, cioè alla ricerca di una spiegazione del perché e del come mai è presente un particolare problema che sta creando disagio. La raccolta di informazioni anamnestiche è utile a stabilire dei collegamenti tra il problema e la storia della specifica coppia/famiglia e della persona che manifesta il malessere. - Dopo l’incontro con i caregivers, segue la fase di accoglienza e valutazione del giovane paziente che può svilupparsi parallelamente ad incontri con la coppia genitoriale qualora sia valutato utile in base al grado di problematicità riscontrato.
- La fase di valutazione e accoglienza termina con un spazio di restituzione ai genitori/caregivers di quanto emerso e la condivisione del piano di trattamento che proporrà, oltre alle strategie di intervento e agli obiettivi terapeutici, anche una previsione di tempi e tipi di setting (sedute individuali, sedute riservate alla coppia genitoriale/caregivers, sedute congiunte genitori-giovane paziente).